I Bari erano un altro salto di qualità, dalle due alle tre figure e a un gioco tridimensionale di più complessa costruzione attorno al tavolo dei giocatori di carte. Qui, inoltre, le ambiguità dell'innocenza raggirata erano distribuite in un triangolo di sguardi. Il ragazzo dalla pelle morbida, nel suo lucido e nerastro abito prugna da cui spuntavano i polsini e il colletto di pizzo, con il suo scuro cappello a piume tirato all'indietro sul volto pallido, era pericolosamente assorto, immerso nel gioco, un innocente bianco latte che pensava che la gente giocasse attenendosi alle regole. L'uomo barbuto, dal volto segnato e atteggiato quasi a una smorfia che spiava da sopra la spalla, l'aria di un soldato che si riposasse da una guerra e l'altra, con i suoi guanti apparentemente scompagnati, strappati sulle punta delle dita, era quasi una caricatura, un personaggio di Ben Jonson. Il vertice del triangolo era il ragazzo in primo piano a destra, con un occhio al gonzo e un altro al suo più anziano complice. La figura chiave era lui, audacemente presentato di schiena, piegato in avanti verso il piano pittorico in un abito sgargiante ma trasandato, con un meraviglioso pennacchio che gli sventolava dal cappello.. Del suo volto si vedeva quel tanto che bastava per rendersi conto che anche lui, in un certo senso, con i suoi occhi spalancati e la bocca aperta, era un innocente, preoccupato, non sicuro di farcela a portare a termine l'imbroglio con quella carta che si sfilava dalla cintura con una mano dalle unghie sporche. Era in bilico tra gli altri due nel gioco di forze del quadro, aggressore ma vulnerabile, quello che avrebbe potuto rovinare tutto, centro focale del dramma sessuale del dipinto. Se c'era un ragazzo ingenuo, qui, che veniva raggirato, ce n'era un altro che veniva corrotto dal più vecchio...c'era, in questo dipinto un instabile trio tutto maschile che, da un momento all'altro, sarebbe potuto esplodere in violenza.
Peter Robb :"M L'enigma Caravaggio" Oscar Mondadori
Osare fare una copia di un quadro come questo ci vuole un grande coraggio! E' un quadro complicatissimo, per la disposizione dei personaggi, per le fogge e le pieghe delle vesti,e le ombreggiature conseguenti, per il gioco delle mani e la posizione delle braccia, e per mille altri dettagli...Tu hai avuto questo coraggio, e hai avuto ragione. Questo dipinto è una dimostrazione di virtuosismo - e le copie, io credo, oggi sono molto apprezzate proprio quando e perché dimostrano virtuosismo, una capacità di dominare il materiale - e una difficoltà in più sta proprio nel fatto che esiste un originale - e di un autore grandissimo - con cui puoi confrontare la copia. E' come se io scrivessi un trattato di filosofia, e fosse possibile confrontarlo con un'opera di Kant o di Hegel! Per fortuna questo non può accadere.Debbo aggiungere che il tuo lavoro, caro Pio, mi ha così meravigliato che sono andato subito a vedermi in internet se non l'originale almeno una sua fotografia - e la mia meraviglia è aumentata. Una differenza c'è, e questo è un pregio, naturalmente, perché è naturale che un pittore ci metta del suo: credo che i volti dei bari abbiano, nel tuo dipinto, un po' di cattiveria in più oltre quella che c'è già in Caravaggio. Giovanni da Pietrabianca - 29 maggio 2009
Ti ringrazio Giovanni del bel commento ! L'esecuzione di questo quadro mi ha gratificato molto per il soggetto che e' molto bello.Ho dovuto riferirmi ai colori di diverse foto poiche' tra una e l'altra vi erano dei viraggi di colore.Ora sarebbe bello vedere l'originale ma e' in America!Buona giornata Pio
Assolutamente...STRAORDINARIOOOOOO!!!!!!!
RispondiEliminaCOMPLIMENTI......
I Bari erano un altro salto di qualità, dalle due alle tre figure e a un gioco tridimensionale di più complessa costruzione attorno al tavolo dei giocatori di carte. Qui, inoltre, le ambiguità dell'innocenza raggirata erano distribuite in un triangolo di sguardi. Il ragazzo dalla pelle morbida, nel suo lucido e nerastro abito prugna da cui spuntavano i polsini e il colletto di pizzo, con il suo scuro cappello a piume tirato all'indietro sul volto pallido, era pericolosamente assorto, immerso nel gioco, un innocente bianco latte che pensava che la gente giocasse attenendosi alle regole. L'uomo barbuto, dal volto segnato e atteggiato quasi a una smorfia che spiava da sopra la spalla, l'aria di un soldato che si riposasse da una guerra e l'altra, con i suoi guanti apparentemente scompagnati, strappati sulle punta delle dita, era quasi una caricatura, un personaggio di Ben Jonson. Il vertice del triangolo era il ragazzo in primo piano a destra, con un occhio al gonzo e un altro al suo più anziano complice. La figura chiave era lui, audacemente presentato di schiena, piegato in avanti verso il piano pittorico in un abito sgargiante ma trasandato, con un meraviglioso pennacchio che gli sventolava dal cappello.. Del suo volto si vedeva quel tanto che bastava per rendersi conto che anche lui, in un certo senso, con i suoi occhi spalancati e la bocca aperta, era un innocente, preoccupato, non sicuro di farcela a portare a termine l'imbroglio con quella carta che si sfilava dalla cintura con una mano dalle unghie sporche. Era in bilico tra gli altri due nel gioco di forze del quadro, aggressore ma vulnerabile, quello che avrebbe potuto rovinare tutto, centro focale del dramma sessuale del dipinto. Se c'era un ragazzo ingenuo, qui, che veniva raggirato, ce n'era un altro che veniva corrotto dal più vecchio...c'era, in questo dipinto un instabile trio tutto maschile che, da un momento all'altro, sarebbe potuto esplodere in violenza.
RispondiEliminaPeter Robb :"M L'enigma Caravaggio"
Oscar Mondadori
Grazie Ombretta ,bravo e' Caravaggio che mi ha permesso di vivere con i suoi personaggi nel rappresentarli!
RispondiEliminaGrazie Mario, la descrizione del quadro e' molto bella, i personaggi sono veri e mi hanno fatto compagnia mentre li rappresentavo
RispondiEliminaOsare fare una copia di un quadro come questo ci vuole un grande coraggio! E' un quadro complicatissimo, per la disposizione dei personaggi, per le fogge e le pieghe delle vesti,e le ombreggiature conseguenti, per il gioco delle mani e la posizione delle braccia, e per mille altri dettagli...Tu hai avuto questo coraggio, e hai avuto ragione. Questo dipinto è una dimostrazione di virtuosismo - e le copie, io credo, oggi sono molto apprezzate proprio quando e perché dimostrano virtuosismo, una capacità di dominare il materiale - e una difficoltà in più sta proprio nel fatto che esiste un originale - e di un autore grandissimo - con cui puoi confrontare la copia. E' come se io scrivessi un trattato di filosofia, e fosse possibile confrontarlo con un'opera di Kant o di Hegel! Per fortuna questo non può accadere.Debbo aggiungere che il tuo lavoro, caro Pio, mi ha così meravigliato che sono andato subito a vedermi in internet se non l'originale almeno una sua fotografia - e la mia meraviglia è aumentata. Una differenza c'è, e questo è un pregio, naturalmente, perché è naturale che un pittore ci metta del suo: credo che i volti dei bari abbiano, nel tuo dipinto, un po' di cattiveria in più oltre quella che c'è già in Caravaggio. Giovanni da Pietrabianca - 29 maggio 2009
RispondiEliminaTi ringrazio Giovanni del bel commento ! L'esecuzione di questo quadro mi ha gratificato molto per il soggetto che e' molto bello.Ho dovuto riferirmi ai colori di diverse foto poiche' tra una e l'altra vi erano dei viraggi di colore.Ora sarebbe bello vedere l'originale ma e' in America!Buona giornata Pio
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